12 gennaio 2012

Rispondiamo ancora una volta a Castellucci


Dopo l'opposizione così importante e decisa dei cattolici francesi allo spettacolo Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio, Romeo Castellucci, in una lettera-comunicato, difende la sua opera proponendo una chiave di lettura "mistica", afferma che coloro che criticano lo spettacolo sono "ignoranti", "persone sprovvedute anche sul lato dottrinale e dogmatico della fede cattolica", e sostiene che "è completamente falso che si lordi il volto del Cristo con gli escrementi". 
Risposta:

- Le reazioni e le proteste contro lo spettacolo non venivano sempre da persone "ignoranti" e "sprovvedute anche sul lato dottrinale e dogmatico": in Francia, tra le persone che hanno protestato si possono contare anche diversi vescovi (ad esempio Mons. Brincard, vescovo di Puy-en-Velay, e Mons. Rey, vescovo di Tolone) e addirittura 58 deputati dell'Assemblea Nazionale francese che hanno firmato l'iniziativa contro la cristianofobia di Jacques Remillers. Sicuramente pochi hanno visto lo spettacolo al teatro, ma è ridicolo pretendere che pagare il biglietto sia l'unico mezzo per ottenere informazioni affidabili sul contenuto dello spettacolo. Le informazioni si possono trarre da molteplici fonti, sia testuali che audio-visuali, e, sebbene tutte le fonti prese singolarmente non siano sempre attendibili, specie sulla rete, un confronto tra le fonti più imparziali permette di ricostruire con sufficiente certezza il contenuto ed il tenore dello spettacolo. 


- Castellucci nega che durante lo spettacolo si copra il volto di Cristo con escrementi. Si tratterebbe unicamente di un “velo d’inchiostro nero che scende come un sudario notturno”. In realtà, il liquido nero rappresenta gli escrementi a tutti gli effetti: nello spettacolo originale rappresentato ad Avignone, mentre l’anziano saliva su una scala dietro l’immagine e faceva colare il liquido nero dall’occhio perforato del volto di Cristo, lo si sentiva ridere in maniera diabolica (il riso è stato soppresso in occasione delle rappresentazioni a Parigi e a Rennes). In questo stesso momento, in altre rappresentazioni, un odore nauseabondo invadeva la sala: odore, appunto, di escrementi che, tra l’altro, sono l’elemento centrale dello spettacolo dall’inizio alla fine. Impossibile dunque che il liquido nero che copre il volto di Cristo non richiami proprio quell'elemento. Dunque anche nel caso in cui siano assenti nella versione programmata a Milano per la fine di gennaio gli ulteriori elementi che indicano la reale natura di quel "inchiostro nero", è inevitabile il richiamo e il collegamento con lo stesso liquido nero la cui natura di "escrementi" è stata sufficientemente determinata in versioni passate (e ben note) dello stesso spettacolo. 

- In più, c'erano nello spettacolo altre altre scene che rappresentavano un'offesa contro l'immagine di Nostro Signore: ad esempio, la scena nella quale si vedevano bambini lanciare granate al volto di Cristo. Questa scena, presente nella rappresentazione di Avignone, è stata soppressa al Théatre de la Ville di Parigi. "L'Ufficio Stampa e Comunicazione" del teatro Franco Parenti ha risposto ad alcune proteste assicurando che questa scena non sarà presente nella versione in scena a Milano e che dunque questa versione non è offensiva "né nelle intenzioni del regista né in quelle del teatro". Ora, a parte il fatto che i cattolici dovrebbere fare un grande atto di fede nei responsabili del teatro sperando che abbiano davvero "purificato" lo spettacolo da tutte le scene blasfeme (compresa quella in cui si copre di feci il volto di Cristo), il fatto che la scena contestata era stata programmata al festival di Avignone e che sia stata rimessa nelle rappresentazioni a Rennes, la dice lunga sulla volontà di offendere l’immagine di Nostro Signore, e di farla offendere oltretutto da bambini. Si aggiunga che, verso la fine di alcune rappresentazioni, dopo quest’atto di offesa gratuita, appare la frase: “Tu non sei il mio pastore”. È evidente inoltre che se davvero ci fosse la volontà di non offendere, le modifiche allo spettacolo dovrebbero essere "sostanziali" e non meramente "accidentali" (come, appunto, la soppressione di una sola scena). Infatti non si tratta di uno spettacolo apparso improvvisamente nel tempo presente: esso ha una storia, e le rappresentazioni attuali e future richiamano quelle passate, alcune delle quali sono ormai conosciute a livello mondiale ed hanno provocato l'indignazione di migliaia di cattolici. Per cui si tratta dello stesso spettacolo, blasfemo una volta e blasfemo ancora oggi, a meno di modifiche sostanziali che lo rendano un altro e diverso spettacolo (quali potrebbero essere il cambio del titolo e dei tratti distintivi dello spettacolo insieme alla soppressione di tutti gli elementi che possano richiamare le scene blasfeme, in modo da non poter più "riconoscere" lo spettacolo offensivo). 

- Se Romeo Castellucci, nonostante questi elementi, insiste a dire che non ha mai avuto l'intenzione di realizzare un'offesa pubblica contro l'immagine di Cristo, ebbene, non posso sondare le sue intenzioni (anche se dubito fortemente della sua sincerità), ma posso almeno giudicare la loro espressione artistica: mediante gli elementi e azioni messi in scena intorno e contro l'immagine di Cristo, lo voglia o no Castellucci, si realizza un'offesa e un vilipendio di questa (come l'hanno capito migliaia di cattolici e non-cattolici). Quindi, se non per le sue intenzioni, almeno per come sono espresse, Castellucci è un pessimo artista ed è responsabile di un'offesa pubblica contro la Fede cristiana. 

Comitato "San Carlo Borromeo"