Con un po' di ritardo (anche a causa delle "precipitazioni nevose straordinarie"), i responsabili del Comitato San Carlo Borromeo si sono riuniti per decidere come continuare la buona battaglia iniziata il 28 gennaio. Una cosa era sicura: il Comitato non poteva spegnersi con il successo della manifestazione contro lo spettacolo di Castellucci. Anzi, finire così e andarsene a casa tranquilli, soddisfatti di quello che si era fatto fino a quel momento, sarebbe stato ingiusto: ingiusto nei confronti di tutte quelle persone che ci avevano seguito, appoggiato, ringraziato e che ci spingevano ad andare avanti. Ma, soprattutto, ingiusto nei confronti di Nostro Signore Gesù Cristo: gli attacchi contro la Sua persona e contro la Sua dottrina certamente non si esauriscono nelle bestemmie di pseudo-artisti. Le battaglie da portare avanti sono tante e se, per grazia di Dio, il Comitato ha avuto un certo successo nella prima di queste battaglie, ció costituiva un segno eloquente della necessità e dell'opportunità di andare avanti.
Il Comitato è nato per difendere la Fede e, per difendere la Fede, continuerà ad esistere.
Cosa fare allora? Il Santo Rosario è stato sempre l'anima del nostro apostolato, lo strumento divino scelto per riparare pubblicamente alle offese contro Cristo, e una delle preghiere più specificamente "cattoliche": capace di unire tanti cattolici desiderosi di agire in difesa di Cristo come fossero "un solo cuore e una sola anima".
Il Comitato pensa quindi che questa preghiera debba animare sempre più l'apostolato dei cattolici. Senza la preghiera l'apostolato muore, diventa un attivismo senz'anima e si inaridisce quella sorgente di grazie che fa sì che un'azione sia veramente divina e non meramente umana, destinata a perire come tutte le cose umane. Senza la grazia di Nostro Signore noi non possiamo fare assolutamente nulla nell'ordine soprannaturale. Lui stesso ce lo ha detto. La preghiera è il mezzo ordinario per ottenere queste grazie, e quale preghiera potrebbe essere migliore e più efficace di quella composta dalle parole che Cristo stesso ci ha insegnato (il "Padre Nostro"), dal ricorso alla Sua Madre Immacolata ("l'Ave Maria") e dalla glorificazione della Santissima Trinità, Principio e Fine di tutte le cose (il "Gloria al Padre")? Il Comitato San Carlo Borromeo propone dunque una vera e propria "Crociata del Rosario", affinché il Rosario sia la nostra arma principale in tutte le battaglie.
Ma da quale battaglia cominciare? Oggi, proprio nel tempo in cui la Fede e la Chiesa subiscono attacchi da ogni parte, le battaglie possibili sono molte, ma c'è una battaglia che richiama in particolare la nostra attenzione: quella contro l'aborto e in difesa della vita. Ci si potrebbe chiedere quale collegamento ci sia con la cristianofobia e con la difesa della Fede. Non si tratta forse di realtà esclusivamente naturali? Pensare questo sarebbe un grave errore: la grazia e la Fede presuppongono la natura, e l'uomo, specie dopo il peccato originale, non riesce senza la Fede a conoscere e praticare sicuramente, facilmente, senza errore e integralmente, anche la semplice morale naturale. Non sorprende dunque che solo la dottrina cattolica difenda nella sua integralità, tutto il complesso di principi e valori naturali che la grazia e la morale cristiana presuppongono. Si pensi in particolare ai valori del matrimonio naturalmente indissolubile, alla sessualità naturalmente ordinata alla procreazione, alla difesa della vita dal momento del concepimento. Come diceva San Tommaso: "gratia non tollit sed perficit naturam". Perciò l'attacco contro la morale naturale costituisce al tempo stesso l'attacco più formidabile contro la Fede, e il più grave di questi attacchi è quello che si scatena contro il valore fondamentale e il diritto presupposto dagli altri diritti: quello della vita della persona umana. Insomma si tratta anche della più grave "cristianofobia".
Ecco perché il Comitato ha scelto di combattere contro la piaga dell'aborto e organizzerà iniziative in questo senso. Ecco perché la "Crociata del Rosario", che proponiamo avrà come scopo speciale di implorare la grazia di Dio affinché il valore della vita dal suo inizio sia maggiormente riconosciuto e rispettato, affinché l'aborto perda gradualmente diritto di cittadinanza nelle legislazioni mondiali, europee e in particolare quella italiana, affinché Dio ispiri a tutte le madri, che magari per ignoranza o debolezza rischiano di sopprimere il proprio figlio, di abbandonare la scelta per la morte e fare la scelta per la vita.
Invitiamo tutti i cattolici ad aderire alla nostra iniziativa, impegnandosi a recitare una o più decine del Rosario per le intenzioni suddette, ogni giorno e fino al 13 maggio, giorno in cui avrà luogo a Roma la "marcia nazionale per la vita", alla quale anche il Comitato parteciperà, e di comunicare questo impegno al Comitato al fine di creare una vera comunità di preghiera presente ed attiva sulla rete, sicuri che si tratta di uno dei modi migliori per completare le iniziative che già esistono sul fronte "pro vita" in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Nostro Signore e la Santissima Vergine non resteranno sordi alle preghiere di tanti loro figli.