24 settembre 2012

L'oltraggio di Venezia e il Crocifisso di Vienna

di Roberto De Mattei


E’ difficile immaginare un oltraggio contro la fede cristiana più blasfemo e provocatorio di quello che si è avuto al Festival del Cinema di Venezia il 31 agosto con la proiezione del film Paradise Faith, Fede nel Paradiso, di Ulrich Seidl, film  che ha il suo punto culminante in una sequenza in cui la protagonista, l’attrice Maria Hoffstatter, si dedica all’autoerotismo utilizzando come strumento un crocifisso. E’ inutile entrare nei particolari, che sono raccapriccianti, ma sarà bene ricordare che per un cristiano non c’è simbolo più sacro del Crocifisso, che rappresenta Gesù Cristo, l’uomo-Dio, morto sulla Croce per redimere i peccati degli uomini. Tutta la fede cristiana si riassume nella predicazione di Cristo crocifisso.
Lo scandalo di Venezia non è un episodio isolato, ma si inserisce in un quadro di cristianofobia dilagante. Lo spettacolo teatrale di Romeo Castellucci Sul concetto di Volto di Dio, messo in scena a Milano a gennaio, ha aperto quest’anno le danze. Il Festival di Venezia però è una ben più ampia cassa di risonanza, una vetrina internazionale, che ha visto accorrere giornalisti di tutto il mondo, per riferire senza alcuna indignazione della proiezione del film blasfemo, che ha avuto il premio speciale dalla Giuria.

18 settembre 2012

Cattolicesimo – Islam: due pesi, due misure

Michele Terlizzi

Vanno avanti ormai da giorni le proteste per il film di carattere antislamico “ Innocence of Muslims”. Quello che si vuole in questa sede notare non è tanto la presa da parte musulmana di una posizione netta e decisa, cosa che in forme diverse e non immorali noi cattolici dovremmo imitare quando è in ballo la nostra religione, ma il sostegno e la solidarietà di persone e istituzioni esterne all’islam, come il presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano.
Abbiamo già denunciato su questo blog il film “Paradise Faith", lanciato di recente alla Mostra del Cinema di Venezia, in una squallida scena del quale si vede una ragazza masturbarsi con un Crocefisso, e abbiamo già detto delle risate con le quali è stato accolto in sala. Ebbene, sporadiche
le denunce a tale insulto contro Nostro Signore (in particolare segnaliamo quella del giudice Carnevale)[1] sia da parte laica sia, ahimè, da parte cattolica.

14 settembre 2012

69° MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2012

A ben guardare le campagne di derisione, se non di vera e propria diffamazione contro la nostra bella e santa religione non finiscono mai. La religione della carità e dell’amore per il prossimo è anche la più perseguitata e la più vilipesa. E’ interessante considerare come certe cose non si vedono mai fatte a mussulmani o buddisti o ebrei.
Non vorrei lavarmene le mani ma purtroppo chi dovrebbe esserci maestro e guida lascia sempre perdere, a priori. Pastori che all’arrivo del lupo sono sempre dialoganti e pronti a chiedere scusa, poiché sicuramente magari in passato le pecorelle avranno combinato qualche marachella. Bisogna ammettere che questo dona alla pecorella la tentazione di combinarne veramente qualcuna.

5 settembre 2012

Comunicato stampa 5-9-2012


Ci risiamo!
Ancora una volta la cosiddetta "arte" tanto applaudita e acclamata dalla critica artistica, non è altro che semplice opera offensiva della religione cattolica.
Non era bastata la bassezza artistica di Castellucci che da un palco, spoglio come la trama da lui ideata, riteneva artistico lanciare escrementi contro il Santissimo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo.
Non bastava l'arte erotica di Chiara Muti che, desiderosa di far parlare di sé e probabilmente farla uscire dall'anonimato della stampa, a Ravenna ha ritenuto artistico portare la storia di una suora che, vittima di un turbamento sessuale, si strappa le vesti e bacia nuda un crocefisso: trama degna di qualsiasi filmetto erotico di serie C, prodotto in qualche anonima sala cinematografica o emittente televisiva nelle più improbabili ore.

Adesso, anche la Mostra del Cinema di Venezia, che dovrebbe essere il palco dei film di livello, si abbassa a scene di blasfemia dando spazio a sconosciuti registi in cerca di fama con la ricetta che sembra riuscire meglio in questi ultimi tempi: offendere la religione cattolica!

"Paradise Faith" -è questo il titolo del film incriminato- non solo tenta di far passare il messaggio che il credente medio è un povero fanatico, incapace di vivere ed ossessionato dallo spirituale, ma addirittura in una sua scena fa masturbare la protagonista con un Crocifisso! Scena blasfema non censurata dagli organizzatori ed, anzi, accolta in sala anche con alcune risate (diaboliche)

Come cattolici, noi denunciamo un simile attacco alla nostra santa religione e siamo pronti, come per lo spettacolo di Castellucci, a scendere in piazza con la migliore arma a nostra disposizione: il Santo Rosario, per riparare pubblicamente a una simile opera blasfema.

Pertanto invitiamo tutti a questa nuova mobilitazione contro quella che risulta essere un'arte luciferina degna del più ignobile uomo.

Ancora una volta gridiamo: basta crisitanofobia!

W Cristo Re!
Comitato "San Carlo Borromeo"

4 settembre 2012

Devozione cosmica? no! solo insipienza e blasfemia


(su una Fides del 13-08-2012)  Ci è stata segnalata la messa in vendita di uno zaino della Eastpak, uno dei marchi che oggi va per la maggiore, che ci ha lasciato attoniti. Si tratta, come potete vedere dalla foto, di un tipico esempio di mancanza del più elementare rispetto per le immagini sacre cristiane.
Chiediamo a tutti i siti di ispirazione cattolica di farsi promotori di un boicottaggio dei prodotti Eastpak finché tale prodotto non viene tolto dal mercato e non vengono prodotte delle scuse adeguate.

Notate che Nostro Signore è stato vestito con una tutta spaziale, la Madonna con gli ochiali da sole e San Giuseppe con un barretto da baseball! Hanno persino dato un titolo a questo zaino: ‘cosmic devotion’: una devozione cosmica. Qui di cosmico c’è poco, di comico l’imbecillità di chi ha avuto un tale colpo di ingegno.

Scandaloso sarebbe invece il silenzio dei cristiani che con questo post rompiamo e invitiamo a rompere.
Ricordino i signori della Ditta sunnominata, che si beffano di Lui e Lo bestemmiano, che “Deus non irridetur. Quae enim seminaverit homo, haec et metet” (Dio non si irride. Quello che l’uomo semina, raccoglierà, lettera ai Galati, 6,7).

20 agosto 2012

A Ravenna in scena spettacolo blasfemo


(di Federico Catani) La blasfemia sembra non fare più notizia. Il mondo dei credenti appare piuttosto rassegnato e indifferente di fronte a spettacoli che infangano il cattolicesimo. È il caso di Sancta Susanna, pièce teatrale andata in scena tra il 6 e il 7 luglio al Ravenna Festival e che ha visto il debutto nella regia di Chiara Muti, figlia del noto Riccardo, che invece ha diretto l’orchestra. Si tratta di un’opera espressionista scritta nel 1921 da Paul Hindemith, su libretto di August Stramm.
All’epoca venne giudicata scandalosa per la sua trama, tanto che, nel 1922, il direttore d’orchestra Fritz Busch si rifiutò di dirigerla perché la riteneva oscena e blasfema. E ancora nel 1977, il primo allestimento italiano della Sancta Susanna all’Opera di Roma fu accolto da proteste e costò una denuncia al sindaco della Capitale, Giulio Carlo Argan, e al sovrintendente del Teatro romano. Lo stesso Hindemith, mentre era in vita, decise di ritirarla dalle scene. Oggi invece è stata riproposta senza alcuna contestazione e senza alcuna vergogna.

L’opera, della durata di circa 25 minuti, racconta di una giovane suora in odore di santità, Susanna, che, mentre è dedita alla preghiera, viene turbata dai gemiti sessuali di una giovane coppia, provenienti dalla finestra del convento insieme con gli odori e i colori dei fiori del giardino. Il suo turbamento la porta a strapparsi l’abito da suora e ad abbandonarsi a una pulsione erotica, rimandando alla memoria di suor Klementia che l’assiste, la vecchia storia di suor Beata, la quale, vinta dalla passione fisica, baciò nuda la testa del Crocifisso, venendo poi murata viva. Susanna riceve la condanna feroce delle consorelle che l’accusano di essere posseduta da Satana.

Tuttavia, non trattiene il desiderio e rifiuta di pentirsi. Benché Chiara Muti abbia tentato di dare una lettura spirituale dell’opera, come va di moda oggi allorquando ci si trova di fronte a scene incontestabilmente scabrose e sacrileghe, la pièce resta indubbiamente di cattivo gusto e offensiva verso tutte quelle religiose che, oggi come un tempo, con grande abnegazione, dedicano tutta la vita alla preghiera, all’espiazione e all’amore a Dio. Sottolineare, come fa la Muti, il bisogno di sfogare la propria fisicità e di riscoprire la propria femminilità e mettere come sfondo delle scene un altare con sopra il Crocifisso non fa che peggiorare il messaggio blasfemo dell’opera. (Federico Catani)

Fonte: http://www.corrispondenzaromana.it/a-ravenna-in-scena-spettacolo-blasfemo/#more-11249

25 luglio 2012

L’ora di paganesimo nel Regno Unito

Fonte: http://www.corrispondenzaromana.it


(di Gianfranco Amato) Sant’Agostino di Canterbury, ricordato come Apostolus Anglorum per la sua attività evangelizzatrice della Britannia, non deve aver preso davvero molto bene la notizia giunta in Paradiso dalla Cornovaglia. Le autorità scolastiche di quella regione del Regno Unito, infatti, hanno deciso – stando a quanto riferisce il quotidiano “Daily Mail” e la stessa BBC – di inserire la materia di paganesimo nel programma di studi fin dalla prima elementare. Così agli alunni fin dalla tenera età verranno insegnati i principi pagani, con tanto di divinità, riti, druidi, magie, festività e recupero della cultura esoterica precristiana.
Il programma, dettagliatamente elaborato dal Cornwall’s Religious Education Advisory Group, prevede, inoltre, che all’età di undici anni gli allievi comincino ad affrontare anche il moderno paganesimo cornico, e a conoscerne i luoghi di culto attraverso visite guidate. Neil Burden, componente del Consiglio della Cornovaglia con delega ai servizi per i giovani, ha dichiarato che l’iniziativa di introdurre il paganesimo tra le materie di scuola consentirà agli studenti l’«accesso ad un più ampio spettro delle fedi religiose».

17 giugno 2012

Caso Castellucci - L'Avv. Guerini si oppone alla richiesta di archiviazione della denuncia

La comunicazione dell’avv. Pietro Guerini:

Comunico che il Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano , dott. Ferdinando Pomarici , ha presentato richiesta di archiviazione nei confronti del regista Romeo Castellucci per il procedimento aperto a seguito di denuncia depositata unicamente dal sottoscritto , come precisato dallo stesso PM nel suo provvedimento , per violazione degli artt. 403 e 404 c.p. dopo lo spettacolo " Sul concetto di volto nel figlio di Dio " , andato in scena a Milano il 24-1-2012 presso il teatro Franco Parenti .
La richiesta di archiviazione viene motivata con la tesi secondo cui nella fattispecie oggetto di vilipendio non sarebbe il volto di Gesù Cristo ma , al limite , il quadro su cui esso sarebbe raffigurato e che la non colpevolezza del regista sarebbe comprovata dall'analisi della sceneggiatura dell'opera .
Avverso tale richiesta ho presentato nei termini di legge ,  l'opposizione che allego , che autorizzo a pubblicare alla luce della rilevanza della vicenda , ampiamente trattata a suo tempo dai media , così come sono stati pubblicati analoghi atti per fatti sempre di rilevanza pubblica ( cito per tutti l'opposizione presentata dall'Avv. Giuliano Pisapia contro la richiesta di archiviazione presentata a favore del sig. Placanica per la morte del sig. Carlo Giuliani a Genova ) .
Avv. Pietro Guerini



4 giugno 2012

Pubblicità irriverente


Non bastava la cosidetta "arte" di Castellucci e compari a offendere Nostro Signore, ora anche la pubblicità vilipenda la religione cattolica!

L'ultimo esempio è quello di un'azienda produttrice di impiati fotovoltaici (la Helios impianti spa di Grosseto) che non ha avuto alcuno scrupolo di mettere in piedi una campagna pubblicitaria basata sulla ridicolizzazione del Mistero più alto e grande della religione cattolica: la Transustanziazione.

Nello specifico, si tratta di manifesti in cui vi è la foto di una sacerdote al momento dell'elevazione della Santissima ostia, o meglio, della "O" che compone la parola "Fotovoltaico".
Di una simile trovata, come cattolici, ci riteniamo offesi, perché il sacerdote raffigurato, in quel momento, agisce in "Corpus Christi" e tra le sue mani non vi è un semplice pezzo di pane, ma il Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, morto in Croce per noi, il cui Sacrificio è ripetuto, in modo incruento, in ogni celebrazione.

Ci auguriamo inoltre che la pubblicità non voglia proporre seriamente una specie di super-religione/filosofia sincretista trascendente tutte le confessioni religiose e basata sulla credenza nella divinità "Madre natura"  (infatti la pubblicità recita:"Vivere green è una filosofia di vita che va oltre il credo religioso....è salvaguardare madre natura....Io credo nel Fotovoltaico. E tu?"). In ogni caso, la campagna pubblicitaria in questione compie almeno una vera e propria "profanazione", cioè infrange la sacralità dei più alti misteri, manca di rispetto verso ciò che meriterebbe la più alta riverenza, mischia il sacro con il profano.

Il Comitato San Carlo Borromeo, pertanto, denuncia questo basso tentativo di sfruttare la nostra Santa Religione per scopi commerciali e si unisce al coro dei tanti cattolici che hanno trovato di pessimo gusto una simile trovata pubblicitaria.
Comitato "San Carlo Borromeo"


25 maggio 2012

Domenica 13 maggio 2012, a Roma, Marcia Nazionale per la Vita. 15.000 sorrisi spezzano le catene della morte

Fonte: Riscossa Cristiana

Sapete come si fa a uccidere una strega? Con colpo di fucile. Però, attenzione , il proiettile non deve essere di piombo, non servirebbe a nulla, perché contro il male i nostri mezzi di difesa ordinari sono impotenti. Ma se usate una cartuccia con un proiettile di cera, insomma una cartuccia a salve, di quelle che si usano nei film o negli spettacoli teatrali, potete uccidere la strega. Sul proiettile di cera dovete incidere la traccia di un sorriso: non  è difficile, è come disegnare una mezza luna. Puntate e fate fuoco. Naturalmente il proiettile di cera non è in grado di uccidere, e il calore dello sparo lo scioglierà in pochi istanti, ma la strega morirà, perché è invulnerabile a tutto, ma non a un sorriso che si lancia verso di lei, anche se dura un attimo. Non può sopportare il sorriso, perché essa trae il suo respiro e il suo nutrimento dal male, dalle angosce, dalle tristezze che l’uomo produce e coltiva di continuo, dall’acre odore delle notti insonni, dallo sputo acido delle maldicenze e delle cattiverie. Respira e trae la sua mortifera vitalità da ogni sospiro che la nostra cattiva coscienza ci fa emettere. Si nutre del male e non è mai sazia.

14 maggio 2012

Comunicato 13 Maggio 2012 - 26699 decine!

Straordinario successo della Marcia per la Vita, svoltasi ieri a Roma: uomini e donne di tutte le età, numerosissime famiglie, associazioni, congregazioni religiose... in tutto circa 15'000 persone hanno percorso la strada che porta dal Colosseo a Castel S. Angelo con il solo scopo di manifestare senza paura e ambiguità il loro amore per quel dono unico e insostituibile di Dio che è la vita. La vita, valore fondamentale e inviolabile, va rispettata dal suo inizio, da quando il bambino, al momento del concepimento, riceve quel "soffio vitale" che lo rende a immagine e somiglianza di Dio; perciò ogni legge, come la 194, che permette la soppressione di vite innocenti è intrinsecamente ingiusta: questo è stato il messaggio, chiaro e forte, che era scritto su ogni striscione, su ogni bandiera, su ogni volto.

11 maggio 2012

La sfida del dissidente cinese Chen è il simbolo della Marcia per la Vita di quest'anno

Fonte: Il Foglio

Quando alcuni mesi orsono gli organizzatori del grande convegno sulla vita nascente che si terrà sabato 12maggio presso l’Ateneo Regina Apostolorum (inizio ore 14 e 30) decisero di dedicarlo al dissidente cinese Chen Guangcheng non potevanoimmaginare minimamente che questo eroe dei nostri giorni sarebbe rimbalzato sulle cronache di tutto il mondo proprio in prossimitàdell’evento. Scrissero, anzi, che si voleva ricordare un uomo che si era battuto per il diritto alla vita, ma che non si sapeva neppure se fossevivo, o morto.

6 maggio 2012

Comunicato stampa 6 Maggio 2012

Il Comitato San Carlo Borromeo, a meno di due settimane dalla Marcia per la Vita, rinnova l'invito a partecipare a questa importante manifestazione per il diritto alla vita che si svolgerà a Roma il 13 maggio (ritrovo al Colosseo alle 08.30).

Vi invitiamo pure a continuare l'impegno nella "Crociata del Rosario" contro l'aborto, promossa dal Comitato. Adesso più che mai ci è necessario l'aiuto della nostra Madre celeste per salvare tante anime ed altrettante vite, e per sanare una società malata che non ha speranza né futuro perché uccide i propri figli.

La santa allegrezza

Il Foglio del 03-05-2012

Perché la Marcia nazionale per la vita di Roma sarà nel segno di Gianna Beretta Molla Qualche giorno fa, il 28 aprile, ricorrevano i cinquant’anni dalla morte di santa Gianna Beretta Molla. Tra qualche giorno, il 13 maggio – dopo un grande convegno sulla vita, il giorno precedente, presso l’Ateneo Regina Apostolorum –, vi sarà la II Marcia nazionale per la vita, la prima nella capitale. Ad aprirla gli organizzatori hanno chiamato Gianna Emanuela Molla, figlia della santa e medico come lei.
“Sarà per noi un grande onore – ha dichiarato Virginia Coda Nunziante, coordinatrice della marcia – poter sentire dalla bocca di Gianna Emanuela il ricordo di una figura che è divenuta cara a milioni di persone, a milioni di pro life nel mondo intero”. Gianna Beretta Molla è famosa, soprattutto, per la sua scelta di coraggio e di sacrificio estremi. Lorenza Perfori, autrice del libro “Scegliere la vita” (Fede & Cultura), ricordava così l’eroismo della santa di Magenta: “Mentre è in attesa del quarto figlio le viene diagnosticato un grosso fibroma all’utero.

30 aprile 2012

Sopravvissuta all'aborto


Fonte: Veritas n. 81 - Aprile 2012


Gianna Jessen è nata a Los Angeles il 6 aprile 1977 in una clinica per aborti legata alla associazione Planned Parenthood. La clinica aveva consigliato alla madre di Gianna, giunta alle fine del sesto mese di gravidanza, di abortire con aborto salino, una tecnica abortista usata  prevalentemente dopo il secondo trimestre. Essa consiste  nell'iniettare nell'utero una soluzione salina che corrode il  feto e porta alla sua morte, dovuta, tra l'altro, all'alterazione  delle funzioni della placenta. In seguito, a causa delle  contrazioni uterine, il feto viene espulso morto entro le  seguenti 24 ore.

Nel caso di Gianna, la tecnica non funzionò e la bambina  nacque viva, dopo 18 ore. Gianna venne trasferita in ospedale  e riuscì a sopravvivere, nonostante pesasse solo nove etti;  tuttavia la carenza di ossigeno causata dall'aborto le ha  procurato una paralisi cerebrale e muscolare. Nonostante la  paralisi cerebrale Gianna Jessen imparò a camminare con  tutore all'età di 3 anni.  La bambina fu adottata a tre  anni. A vent'anni, grazie alle cure  mediche e alla fisioterapia, riuscì  a ottener e  la capac ità  di  camminare senza tutore, seppure  con notevoli difficoltà.

Nonostante la grave paralisi  cerebrale, Gianna è sempre stata  molto attiva nei movimenti che si  oppongono all'aborto e ha  raccontato la sua storia al  Congresso degli Stati Uniti  d’America e alla Camera dei  Comuni del Regno Unito.  Il suo caso è divenuto noto quando, in occasione del  novantesimo anniversario dalla fondazione dell'associazione  abortista Planned Parenthood, celebrata dal Senato del  Colorado, il senatore Ted Harvey invitò Gianna a raccontare  la sua storia ai membri del Senato. Inoltre, per sensibilizzare  l'opinione pubblica sul tema dell'aborto, nel 2006 è riuscita a  partecipare e a completare la maratona di Londra,  nonostante la difficoltà a correre.

Ecco la transcrizione di una conferenza a Melbourne  (Australia) nel 2008 in cui Gianna Jessen racconta la  sua storia :


22 aprile 2012

Gran Bretagna, l'insensatezza del politicamente corretto

Fonte: Avvenire, 19 Aprile 2012

Non sono molti i cristiani che in Gran Bretagna hanno il coraggio di affrontare pubblicamente la potente ideologia del "politicamente corretto". Uno di questi è il cardinale Keith O’Brien, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo, che nei giorni scorsi, cogliendo gli spunti del tempo pasquale, ha lanciato l’ennesima sfida. Questa volta ha preso di mira la deriva crocifobica che sembra imperversare nel Regno Unito. La questione è tornata recentemente alla ribalta in seguito al ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo da un gruppo di dipendenti cristiani vessati sul posto di lavoro o licenziati per il fatto di portare al collo una croce.

20 aprile 2012

Carla e l' "after day abortion"

In merito alla tragedia dell'aborto è stato scritto negli ultimi trent'anni di tutto e di più e, soprattutto, da parte di penne ben più autorevoli di quella della vostra amica. Non ci sono dubbi che per i cattolici esso rappresenti la soppressione premeditata di un essere umano, anche se per molti cattolici "adulti" non si tratterebbe di omicidio (ma di che cosa, allora?) mentre per i sostenitori si tratterebbe di un diritto inalienabile della donna, comprendente anche il potere insindacabile di escludere il padre del bambino da qualsiasi decisione in merito.

28 marzo 2012

L’aborto è un lutto che va elaborato


(di Giulia Tanel su La Bussola del 16-03-2012) Cinzia Baccaglini, laureata in Psicologia clinica e di comunità, è una delle massime esperte italiane della sindrome postaborto. Ancora oggi sono in molti quelli che ritengono che abortire sia un evento della vita come un altro, ma ormai moltissime ricerche scientifiche attestano il contrario.

Anzitutto, cosa si intende con  “sindrome post-aborto”?
L’espressione è stata usata per la prima volta da A. Speckhard e V. Rue nel 1992 (Postabortion Syndrome: An Emerging Public Health Concern, in Journal of Social Issues, 1992, 48(3): 96-119) per indicare alcune caratteristiche delle conseguenze psichiche delle donne che avevano abortito e che presentavano la seguente sintomatologia: l’esposizione o la diretta partecipazione, al di là delle usuali esperienze umane, a una morte intenzionalmente provocata e percepita come traumatica; la rivisitazione incontrollata e negativa dell’evento di morte rappresentato dall’aborto, per esempio attraverso ricordi improvvisi, incubi, dolore intenso e reazioni nel giorno dell’anniversario; il sussistere di tentativi intesi ad evitare, o addirittura negare, i propri ricordi e il dolore emotivo provato, con una ridotta capacità di reazione nei confronti degli altri e del proprio ambiente; l’esperienza di sintomi da accresciuta vigilanza non presenti prima dell’aborto, incluso il senso di colpa provato in rapporto alla propria sopravvivenza.

26 marzo 2012

Cristianofobia: in Gran Bretagna niente crocifisso al collo

Fonte: "Corrispondenza Romana"


La croce continua a dividere e scandalizzare. Succede in Gran Bretagna, diventata ormai la terra del laicismo più spinto e dell’ostilità anticristiana più accesa. Proprio in questi giorni infatti, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sta focalizzando l’attenzione sul diritto o meno di indossare il crocifisso come simbolo di appartenenza ad una ben precisa confessione religiosa. 

Il caso che ha spinto la Corte a muoversi risale al 2006, quando una hostess della BritishAirways è stata sospesa dal servizio per due settimane, senza stipendio, per essersi rifiutata di togliere il piccolo crocifisso d’argento che portava al collo. La donna ha fatto ricorso al tribunale per lamentare la violazione della propria libertà religiosa e per affermare l’ingiustizia subita e la disparità di trattamento rispetto ai colleghi di altre confessioni, che invece potevano indossare il velo se islamici o il turbante se sikh.

23 marzo 2012

Il crimine dell'aborto


Il 22 maggio del 1978 entrò in vigore la legge 194 che disciplinava la cosiddetta “interruzione volontaria della gravidanza” (suona senz’altro meglio di: aborto, omicidio del concepito, infanticidio) in Italia. Da allora fino ad oggi, sono stati soppressi con la benedizione della legge oltre 5 milioni di vite umane. Proprio di questo si tratta. A livello mondiale siamo di fronte al genocidio più grande della storia. Ci si potrebbe chiedere come mai siamo arrivati a questo punto. Potremmo individuare molti fattori morali, culturali e psicologici ma ci sembra interessante evidenziarne uno, particolarmente importante per le sue implicazioni in ambiti anche diversi da quello dell’aborto: si tratta del diffuso vizio del legislatore di comportarsi come se fosse sciolto da ogni regola superiore, come se potesse fare astrazione della realtà, anzi, come se creasse lui stesso la realtà. In poche parole, la perversa abitudine del legislatore che vuole farsi uguale a Dio.

19 marzo 2012

Il Santo Rosario, l’arma del Cristiano

Fonte: "Veritas" - Febbraio 2012

La prima fra le devozioni
È triste notare come oggi in molti focolari domestici si sia persa la pratica della recita quotidiana del Rosario, l’orazione più potente tramite la quale, come promesso dalla Madonna stessa, sono aperte le porte del Paradiso. Ci si giustifica dicendo che i ritmi frenetici dello studio o del lavoro impediscono di essere devoti a questa ammirabile preghiera. Ebbene, riflettiamo su quanti momenti “morti” abbiamo in un giorno e chiediamoci se veramente non riusciamo a dedicare un quarto d’ora per la salvezza della nostra anima.
Non sappiamo perché la Provvidenza ha scelto il Rosario come arma del cristiano per la salvezza della propria anima e la sconfitta delle eresie, ma quello che conosciamo sono le grandi grazie e le conversioni ottenute con questa preghiera, le eresie e le carestie vinte, nonché gli appelli continui della Madonna alla devozione al Santo Rosario. Tutto racchiuso in una preghiera semplice e, al tempo stesso, completa. Infatti le decine che lo compongono, dice S. Luigi Maria Grignion de Montfort, hanno lo scopo di:

1) onorare le Tre Persone della SS. Trinità;
2) onorare la vita, la morte e la gloria di Gesù Cristo;
3) di imitare la Chiesa trionfante, di aiutare la Chiesa militante e di dare sollievo alla Chiesa purgante;
4) di modellarsi sulle tre parti del salterio, di cui la prima riguarda la vita purgativa, la seconda la vita illuminativa e la terza la vita unitiva;
5) colmarci di grazie in  questa vita, di pace alla morte e di gloria nell’eternità.

14 marzo 2012

La blasfemia

Predica del 29 Gennaio 2012 di padre Konrad zu Loewenstein

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

La natura precisa delle recenti blasfemie a Milano e al teatro Goldoni di Venezia non ci interessa perché, la conoscenza del male è degradante e, come dice il Libro della Sapienza, "non è la saggezza". Cosa è la blasfemia? La blasfemia è la contumelia contro Dio e può essere o eretica o non eretica.
Un esempio della blasfemia eretica è la dottrina di Calvino "che Dio sia la causa del peccato"; la blasfemia non eretica può essere o la semplice derisione o l'imprecazione. Un esempio della derisione è la parola dei giudei al Signore di "scendere dalla Croce se fosse il Figlio di Dio"; un esempio dell'imprecazione è la parola che Dio morisse. Se l'imprecazione è deliberata comprende l'odio verso Dio, che è il peccato il più grande in assoluto.
La blasfemia è un peccato contro la Religione e la Carità. Se è deliberato è un peccato mortale.

6 marzo 2012

Si ritorna!

Con un po' di ritardo (anche a causa delle "precipitazioni nevose straordinarie"), i responsabili del Comitato San Carlo Borromeo si sono riuniti per decidere come continuare la buona battaglia iniziata il 28 gennaio. Una cosa era sicura: il Comitato non poteva spegnersi con il successo della manifestazione contro lo spettacolo di Castellucci. Anzi, finire così e andarsene a casa tranquilli, soddisfatti di quello che si era fatto fino a quel momento, sarebbe stato ingiusto: ingiusto nei confronti di tutte quelle persone che ci avevano seguito, appoggiato, ringraziato e che ci spingevano ad andare avanti. Ma, soprattutto, ingiusto nei confronti di Nostro Signore Gesù Cristo: gli attacchi contro la Sua persona e contro la Sua dottrina certamente non si esauriscono nelle bestemmie di pseudo-artisti. Le battaglie da portare avanti sono tante e se, per grazia di Dio, il Comitato ha avuto un certo successo nella prima di queste battaglie, ció costituiva un segno eloquente della necessità e dell'opportunità di andare avanti.

Il Comitato è nato per difendere la Fede e, per difendere la Fede, continuerà ad esistere.
Cosa fare allora? Il Santo Rosario è stato sempre l'anima del nostro apostolato, lo strumento divino scelto per riparare pubblicamente alle offese contro Cristo, e una delle preghiere più specificamente "cattoliche": capace di unire tanti cattolici desiderosi di agire in difesa di Cristo come fossero "un solo cuore e una sola anima".
Il Comitato pensa quindi che questa preghiera debba animare sempre più l'apostolato dei cattolici. Senza la preghiera l'apostolato muore, diventa un attivismo senz'anima e si inaridisce quella sorgente di grazie che fa sì che un'azione sia veramente divina e non meramente umana, destinata a perire come tutte le cose umane. Senza la grazia di Nostro Signore noi non possiamo fare assolutamente nulla nell'ordine soprannaturale. Lui stesso ce lo ha detto. La preghiera è il mezzo ordinario per ottenere queste grazie, e quale preghiera potrebbe essere migliore e più efficace di quella composta dalle parole che Cristo stesso ci ha insegnato (il "Padre Nostro"), dal ricorso alla Sua Madre Immacolata ("l'Ave Maria") e dalla glorificazione della Santissima Trinità, Principio e Fine di tutte le cose (il "Gloria al Padre")? Il Comitato San Carlo Borromeo propone dunque una vera e propria "Crociata del Rosario", affinché il Rosario sia la nostra arma principale in tutte le battaglie.

Ma da quale battaglia cominciare? Oggi, proprio nel tempo in cui la Fede e la Chiesa subiscono attacchi da ogni parte, le battaglie possibili sono molte, ma c'è una battaglia che richiama in particolare la nostra attenzione: quella contro l'aborto e in difesa della vita. Ci si potrebbe chiedere quale collegamento ci sia con la cristianofobia e con la difesa della Fede. Non si tratta forse di realtà esclusivamente naturali? Pensare questo sarebbe un grave errore: la grazia e la Fede presuppongono la natura, e l'uomo, specie dopo il peccato originale, non riesce senza la Fede a conoscere e praticare sicuramente, facilmente, senza errore e integralmente, anche la semplice morale naturale. Non sorprende dunque che solo la dottrina cattolica difenda nella sua integralità, tutto il complesso di principi e valori naturali che la grazia e la morale cristiana presuppongono. Si pensi in particolare ai valori del matrimonio naturalmente indissolubile, alla sessualità naturalmente ordinata alla procreazione, alla difesa della vita dal momento del concepimento. Come diceva San Tommaso: "gratia non tollit sed perficit naturam". Perciò l'attacco contro la morale naturale costituisce al tempo stesso l'attacco più formidabile contro la Fede, e il più grave di questi attacchi è quello che si scatena contro il valore fondamentale e il diritto presupposto dagli altri diritti: quello della vita della persona umana. Insomma si tratta anche della più grave "cristianofobia".

Ecco perché il Comitato ha scelto di combattere contro la piaga dell'aborto e organizzerà iniziative in questo senso. Ecco perché la "Crociata del Rosario", che proponiamo avrà come scopo speciale di implorare la grazia di Dio affinché il valore della vita dal suo inizio sia maggiormente riconosciuto e rispettato, affinché l'aborto perda gradualmente diritto di cittadinanza nelle legislazioni mondiali, europee e in particolare quella italiana, affinché Dio ispiri a tutte le madri, che magari per ignoranza o debolezza rischiano di sopprimere il proprio figlio, di abbandonare la scelta per la morte e fare la scelta per la vita.
Invitiamo tutti i cattolici ad aderire alla nostra iniziativa, impegnandosi a recitare una o più decine del Rosario per le intenzioni suddette, ogni giorno e fino al 13 maggio, giorno in cui avrà luogo a Roma la "marcia nazionale per la vita", alla quale anche il Comitato parteciperà, e di comunicare questo impegno al Comitato al fine di creare una vera comunità di preghiera presente ed attiva sulla rete, sicuri che si tratta di uno dei modi migliori per completare le iniziative che già esistono sul fronte "pro vita" in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Nostro Signore e la Santissima Vergine non resteranno sordi alle preghiere di tanti loro figli.
Comitato "San Carlo Borromeo






1 febbraio 2012

E non finisce qui...


Come scritto nella nostra lettera di presentazione, il Comitato "San Carlo Borromeo" è nato in forma spontanea da quattro amici indignati da uno spettacolo che, diversamente, sarebbe passato in silenzio.
Siamo sinceri: non pensavamo che il nostro Comitato, dopo il 28 Gennaio, avesse potuto avere ancora vita, ma viste le tante email di ringraziamento e di incoraggiamento a proseguire, stiamo valutando l'ipotesi di strutturarci formalmente in modo da creare un centro di azione cattolica per difendere i diritti di Dio, oggi così vilipeso e offeso. 

Quello che ci preme sottolineare è che il successo del Comitato non è dovuto né ai nostri mezzi finanziari né all’appoggio della stampa o di altri “potentati”, ma semplicemente a tutto il lavoro compiuto da semplici cattolici, come noi, come voi, e pertanto restiamo aperti ad ogni consiglio, suggerimento, adesione.

Domenica 12 Febbraio noi promotori ci riuniremo per decidere cosa fare.

Intanto, in questi dieci giorni, ciò che più Vi chiediamo sono preghiere per noi e per i sacerdoti che ci hanno sostenuti.

W Cristo Re!
Comitato "San Carlo Borromeo"

30 gennaio 2012

Foto della manifestazione

Di seguito il link per visionare le foto della manifestazione


Purtroppo, la qualità delle foto e la disposizione a cerchio dei manifestanti non rendono bene l'idea dei numeri.
Chi avesse fatto delle foto, le può inviare alla mail del comitato: comitatosancarlo@gmail.com

Successo della manifestazione a Milano


«Eran trecento, eran giovani e forti...»

Fortunatamente, le analogie con la poesia di Luigi Mercantini finiscono qui: i partecipanti alla manifestazione organizzata dal Comitato san Carlo Borromeo erano trecento, erano giovani (chi più chi meno, ma questo è il bello della Tradizione), forti e determinati a far valere i diritti di Nostro Signore. Dobbiamo però scusarci, dati i tempi che corrono: non volevamo essere trecento, come gli Spartani di Leonida, e abbiamo fatto il possibile per diventare trecentouno o duecentonovantanove, ma proprio non ce l'abbiamo fatta (questo nel caso in cui qualche giornalista avesse scritto che, essendo trecento come gli Spartani, il nostro sarebbe stato un tentativo di rievocare un mondo reazionario-fascista-negaziosta-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta).

«...'l tacere è bello» (Dante, Inferno IV, v. 104)

Questa mattina, come ormai facciamo da un mese a questa parte, cerchiamo su Google: “Castellucci” e “Comitato san Carlo Borromeo”, per vedere cosa si dice di noi e come i media raccontano la manifestazione di ieri. Risultato? Solo un articolo de La stampa, uno – davvero onesto e sincero – di Paolo Deotto (che ringraziamo) su Riscossa cristiana e poco altro. Perché? La risposta la troviamo nelle parole di un giornalista – della fazione esattamente opposta alla nostra – che ieri sera ci ha detto: “si vede che qui c'è qualcosa di diverso rispetto alla manifestazione del 24 gennaio...” E cos'è questo qualcosa di diverso? L'ordine e la disciplina che caratterizzano i fedeli: nessun protagonismo e nessun fanatismo. Solo amore sincero nei confronti di Colui che è morto sulla Croce per salvarci. Colui che ha versato per molti, anche per Castellucci, quel Sangue, «di cui una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato».

Una Croce al centro e gli stendardi raffiguranti Maria Santissima e Nostro Signore, per ricordare a tutti che noi siamo semplicemente cattolici: rifiutiamo qualsiasi altra etichetta, perché la nostra unica bandiera è la Croce.

Perchè, quindi, la stampa tace? Perché si è svelata davvero la Chiesa. Come è o, meglio, come dovrebbe essere: fatta di persone ricche di Fede, di Speranza e di Carità. Non i soliti “musoni”, che la stampa presenta, ma un popolo felice. Ricco di quella felicità che si può avere solo quando si assaggia ogni giorno un pezzettino di Paradiso con la preghiera, con il Rosario e i Sacramenti. Aveva ragione Bernanos a scrivere, ne Il diario di un curato di campagna, che «il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».

È stata scardinata l'immagine che il mondo aveva della Chiesa e dei cattolici. Per questo oggi è calato il silenzio.

«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (San Paolo)

Che dire, allora, come conclusione di questo mese di telefonate, di mail ricevute e spedite con ritmo esponenziale? Che, innanzitutto, l'amicizia in Cristo dà dei frutti che l'uomo non può nemmeno immaginare. Dà la capacità di discutere, di scontrarsi e di crescere assieme. Tutto per la maggior Gloria di Dio. Dà la possibilità di capire che le azioni, se non sono sorrette dalla preghiera e dalla meditazione, non portano da nessuna parte. Dà l'occasione di ringraziare quei sacerdoti che ci hanno aiutati e che, ogni domenica, ci offrono la possibilità – attraverso la Santa Messa – di ricevere «il pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei dominanti» (San Tommaso). 

Ringraziamenti

Ringraziamo le circa quaranta unità delle forze dell'ordine, che ci hanno tenuto compagnia per tutta la serata: forse si saranno annoiate a sentire centocinquanta “Ave, Maria” e tanti canti cattolici. Forse avrebbero voluto una serata più movimentata, ma – come abbiamo testimoniato – non è nel nostro “stile”.

Infine, un grazie di cuore a tutti i cattolici accorsi: che Dio ve ne renda merito! Da lassù saprà ricompensare il vostro sacrificio!

Ad majora
Comitato "San Carlo Borromeo"

La serata di preghiera del 28 gennaio

Fonte: Riscossa Cristiana

Che ne dite? Cosa spinge trecento persone, di tutte le età, a passare una serata – quasi tre ore, dalle 19 fin oltre le 21.30 – a prender freddo e pioggia in piazzale Libia a Milano? E tanti di loro ne hanno fatta di strada: chi viene da Bergamo, da Lecco, altri da Vicenza, o da Rimini, da Terni, e da altre città ancora. Tutti lì, in mezzo al piazzale, molti con una candelina accesa in mano, a recitare il Rosario, guidati da alcuni sacerdoti.

Stasera gli agenti di Polizia e i Carabinieri sono pochi in confronto alla serata di martedì scorso. Nel piazzale saranno una quarantina, altrettanti vicino al Teatro. È una serata diversa anche per loro, abituati a controllare facinorosi, o a ricevere dagli stessi sputi e sassate, e a poterli contrastare o meno, a seconda della collocazione politica dei facinorosi. No, stasera sono lì a controllare centinaia di fedeli che pregano.

27 gennaio 2012

Ci presentiamo

Ci permettiamo di rispondere ad una domanda che più volte ci è stata fatta, e che a ben pesarci desta sorpresa pure a noi.


Tutto cominciò a Castellucci, ops, tarallucci e vino...

Quattro amici -due studenti, un ragioniere e un ingegnere informatico- commentano la contestazione francese all'opera di Castellucci: "Hai visto cosa hanno fatto in Francia?", "Sì, cinquemila persone - mica bruscolini - hanno pregato assieme per far valere i diritti di Dio e a guidarli c'era anche il capo della Conferenza episcopale francese!". "Potremmo fare una cosa del genere, no?". "Massì, facciamolo". Cominciò così - forse un po' sbilenca, ma certamente determinata - la nostra opposizione allo spettacolo di Castellucci. Quattro amici (non al bar), mossi solo dall'amore per Dio, si davano da fare per proteggere quel Volto dolcissimo, ma qualcosa andò storto...


Una foto significativa

A poche ore dalla manifestazione organizzata a Milano, pubblichiamo questa foto speditaci qualche giorno fa da un sacerdote.
Si tratta di una lapide posta nella Chiesa di Sant'Anastasia a Verona, che ricorda come ben  30.000 cattolici, la sera del 29 Maggio 1909, decisero di scendere in piazza per riparare uno spettacolo blasfemo messo in scena nel teatro veronese. 
A distanza di 103 anni, altri cattolici saranno in Piazzale Libia, a Milano, per riparare un'offesa analoga e spinti dallo stesso desiderio: relegare all'oblio un regista che si costruisce la propria fama offendendo Dio.

Comitato "San Carlo Borromeo"



Odio gnostico verso il Creatore



Fonte: "Il Foglio" - 26 Gennaio 2012

Diciamocelo: la pièce di Romeo Castellucci sul volto di Cristo è anzitutto una sacrilega boiata. Tutta incentrata su una sorta di “merdosofia”, una vera filosofia degli escrementi. Per il regista, Romeo Castellucci, come ripete spesso, “la merda è la materia per definizione”. Alla Stampa ha, per esempio, dichiarato: “Ma la “merda è la materia per antonomasia, ciò che rimane” (la Stampa, 21 gennaio). Non sono un esperto del tema, ma penso di aver afferrato il concetto. 
Trattasi, semplicemente, di gnosi: della vecchia dottrina secondo cui la materia è il principio del male, il corpo una prigione, questa nostra vita terrena lo scherzo di un Dio Creatore non buono ma maligno. Di qui la scritta “non sei il mio pastore” che compare sul dipinto di Antonello da Messina; di qui i bambini, innocenti per definizione, che colpiscono il Creatore, colpevole (bambini che, ricorda Claudia Castellucci in un suo libro, non sospettano “minimamente che dobbiamo rendere grazie a qualcuno che ci sorvegli e ci salva”); di qui l’interpretazione positiva di Lucifero, “primo martire”, e negativa della Genesi, presentata in altre opere non come atto d’amore, ma come errore e crudeltà di Dio. Solo così si spiega l’insistenza dell’autore sulla merda come “metafora”, sulla merda che invade il palcoscenico e che sembra dire allo spettatore che, in fondo, è la vita stessa ad essere una merda. Che i figli, anche il Figlio di Dio, altro compito non hanno che pulire la merda di loro padre. Che i padri, altro non finiscono per fare che insudiciare i figli con i loro escrementi, la vera “eredità-parola di Romeo- lasciata dai padri ai figli” (e da Dio agli uomini).

25 gennaio 2012

Comunicato stampa 25/01/2012


Il Comitato "San Carlo Borromeo", purtroppo, deve registrare il tentativo da parte del Teatro  "F. Parenti" e dei mezzi di informazione di "recintare" l'iniziativa all'interno di gruppi politici o ideologici ben precisi, operazione mediatica mal riuscita, proprio grazie alla trasversalità delle adesioni ricevute dal nostro Comitato (primo in Italia a denunciare uno spettacolo che diversamente sarebbe passato sotto silenzio): semplici cittadini, scuole, congregazioni religiose, parroci, Vescovi, fino ad arrivare al Sommo Pontefice.

Il Comitato si difende anche dalle accuse di ignoranza e poca maturità sentenziate dal Castellucci e lo fa con le stesse parole del regista che, forse, soffre di poca memoria.
Infatti se qualche giorno fa ha negato decisamente di aver mai voluto coprire di feci il volto di Gesù ("Che idea! Niente di più falso, di cattivo, di tendenzioso" – Libero, 20/01/2012), nel 2010 in un'intervista rilasciata all'emittente "E20 Romagna", ha dichiarato che l'obiettivo è di «far incontrare l’escatologia in questa performance con la scatologìa in senso letterale, quindi la m..... (la parola è proprio quella lì, ndr)». 
Sempre nella stessa intervista, il regista si è proposto di «illuminare la m..... (sempre quella parola lì, ndr) con la luce divina» e di: «Gettare un po’di m.... (sempre quella, ndr) sul Volto di Dio»

La verità oggettiva è che questo è uno spettacolo blasfemo e pertanto il Comitato "San Carlo Borromeo" conferma la sua presenza Sabato 28 gennaio, alle ore 19 in Piazzale Libia, per riparare pubblicamente a una tale bestemmia e invita tutti i cattolici a parteciparvi.
Comitato "San Carlo Borromeo"

Come raggiungere piazzale Libia

La manifestazione si terrà Sabato 28 Gennaio 2012 alle ore 19.00 in Piazzale Libia (vicino il Teatro "F. Parenti").
Di seguito le informazioni per poter raggiungere il luogo. Cliccando sul link in basso, è possibile scaricare le istruzioni in pdf.


Un messaggio di padre Konrad zu Loewenstein



"Alla Direttrice del Teatro Parenti e ai suoi collaboratori: sappiate che dovrete rendere conto a Dio per le vostre balsfemie, capaci di attirare il castigo di Dio non solo su di voi, ma anche su popoli interi."

Padre Konrad zu Loewenstein
FSSP

Il video che inchioda Castelucci

Riportiamo il lettore a questo documento diffuso da "Il Giornale".

Apri il video

23 gennaio 2012

La necessità di riparare

Secondo S Tommaso la bestemmia è il più grande dei peccati. (II-II q 13 a 3) Essa si oppone direttamente alla bontà divina, detestandola e viola la virtù di religione che è parte della virtù di giustizia. Invece di rendere a Dio l’onore che gli è dovuto, lo si insulta. Per questo esige una riparazione che consisterà a rendere a Dio, nella misura in cui è possibile, la gloria e l’onore di cui è stato privato e cancellare così l’ingiuria che ha subito.

Il prossimo spettacolo al Teatro parenti di Milano costituisce una pubblica bestemmia contro Nostro Signore Gesù Cristo. Una pubblica bestemmia richiede riparazione per l’onore di Dio oltraggiato, con manifestazioni pubbliche di fede e di preghiera. L’amore di Dio è proporzionato al desiderio di riparare le offese che egli riceve. L’atto più grande in riparazione del peccato fu il sacrificio di Gesù sulla Croce. Tale sacrificio si rinnova in maniera incruenta nella S. Messa. Per questo è importante fra gli atti di riparazione di offrire e partecipare a S. Messe a questa intenzione.E’  necessario poi pregare e fare sacrifici per la conversione di coloro che, con questo gravissimo scandalo, offendono il Signore, sono la causa della perdita delle anime e meritano l’inferno eterno.
Infine la pubblica riparazione è indispensabile per preservare la società dai castighi che le offese alla  maestà divina, attirano su di essa. Per questo è importante partecipare numerosi alle manifestazioni di preghiera che avranno luogo a Milano, senza badar a sacrifici… per l’onore di Nostro Signore Gesù Cristo.
Don Pierpaolo Maria Petrucci
Sacerdote Fraternità Sacerdotale San Pio X

Padre Cavalcoli risponde a Sgarbi


Bologna, 21 gennaio 2012

Caro Dott.Sgarbi,
ne Il Giornale del 20 gennaio ho letto un suo articolo sullo spettacolo di Castellucci. Al riguardo vorrei fare alcune osservazioni, perché gli argomenti che Lei porta per contestare il valore della Lettera della Segreteria di Stato sono facilmente confutabili.
Lei afferma che “ogni ‘censura determina una vittima, e quindi procura l’effetto opposto di trasformare quello della Chiesa in un potere inquisitorio contro la libertà d’espressione. Chi viene ‘inquisito’ diventa vittima e ottiene un beneficio sia di pubblico, sia di consenso”.
Rispondo dicendo che la sua affermazione circa la “censura” è troppo assoluta. Lei come critico sa benissimo che esistono opere censurabili ed opere non censurabili e giustamente in molte occasioni Lei hai esercitato, come critico d’arte, questo suo diritto di valutare ora positivamente ora negativamente.

La corrispondenza tra Padre Cavalcoli e Mons. Sanna


Lettera di P. Giovanni Cavalcoli a Mons. Ignazio Sanna
Bologna, 11 Gennaio 2012
Eccellenza Reverendissima,
immagino che Ella sarà venuta a sapere della reazione sdegnata e quasi incredula diffusa soprattutto online di molti cattolici nell’apprendere che prossimamente a Milano verrà rappresentato lo spettacolo di Romeo Castellucci “Il concetto del volto del Figlio di Dio”, che termina con un lancio di sassi da parte di un gruppo di ragazzi contro una stupenda e commovente immagine di Nostro Signore Gesù Cristo del famoso pittore Antonello da Messina, oltre al fatto che l’immagine del Sacro Volto viene indegnamente imbrattata, con l’evidente significato di voler così insultare in modo blasfemo la Persona del Divin Salvatore.
Ma quale non è stata la mia sorpresa nell’apprendere oggi che l’E.V. in occasione dell’omelia tenuta il 2 novembre scorso al cimitero di Oristano per la Commemorazione dei Defunti, ha pronunciato le seguenti parole: “Anche se gli attori dello spettacolo Sul concetto di volto del Figlio di Dio rivolgono all’immagine maestosa del Cristo di Antonello da Messina la domanda accorata: ‘perché ci hai abbandonato?’, il regista dell’opera ribadisce che “noi siamo nutriti dell’immagine di Cristo”. Ella poi commenta le parole del regista citando S.Agostino: “In realtà, il volto del Signore, riscoperto da S. Agostino come bellezza sempre nuova e sempre antica, mai uguale eppur sempre lo stesso, veglia su ogni stagione del cuore. ‘La sua grazia rimane per sempre, la sua fedeltà è fondata nei cieli’ ” (Sal 88, 3).

21 gennaio 2012

Il tuo Volto, Signore, io cerco

Nell’Antico Testamento si parla del “Volto di Dio” a più riprese. Si tratta, evidentemente di un antropomorfismo, dal momento che Dio è “purissimo Spirito” e che quindi non ha un volto, delle mani o dei piedi. Ma l’uomo ha bisogno di simili immagini concrete.
Il “Volto di Dio” è Dio stesso, poiché il volto esprime e fa conoscere la persona, “chi è” che ho davanti. A contrario: nell’antichità, per esempio nel teatro greco, gli attori portavano una maschera, cioè un altro volto che esprime un’altra persona: ad esempio la maschera del filosofo, o quella del medico, ecc. Questo fa l’attore: porta in scena una faccia che non è la sua. Ma al di fuori della scena, il volto di una persona esprime - normalmente - chi è quella persona, me la fa conoscere.
 


20 gennaio 2012

Lettera aperta ad Antonio Socci


Caro Antonio Socci,
Le scrivo in nome del Comitato San Carlo Borromeo, dopo aver letto il suo articolo su Libero nel quale accoglie l'interpretazione che Castellucci stesso dà della sua opera: essa sarebbe più una preghiera che una bestemmia. La invito anzitutto a non prendere per oro tutte le parole che escono dalla bocca di Castellucci. Lei scrive che "non c'è motivo per non credergli". Sinceramente penso che più di un motivo ci sia e che, anche se le intenzioni dell'autore fossero sincere, lo spettacolo rappresenti oggettivamente un'offesa per la Fede cristiana, lo voglia o no Castellucci. 

Non sono solo i fondamentalisti cattolici a pensare questo, come i giornali, fino a poco fa, avrebbero voluto farci credere: è quello che hanno pensato diversi vescovi francesi e 58 deputati dell'Assemblea Nazionale francese che hanno firmato una petizione contro la cristianofobia in cui si menzionava esplicitamente lo spettacolo in questione; è quello che ha pensato la Curia di Milano chiedendo che sia rispettata la sensibilità dei cattolici milanesi; è quello che ha pensato Mons. Negri, il quale, riferendosi allo spettacolo, parla di "episodio miserevole dal punto di vista della espressione, non dico artistica, ma dell'espressione umana" ; infine è quello che ha pensato il Vaticano il quale giudica l'opera "offensiva" e auspica una "reazione ferma e composta della comunità cristiana guidata dai suoi Pastori". Ci sorprende che le parole di Castellucci, citate anche da Lei, abbiano potuto rassicurare tanti cattolici sul significato della sua opera. Infatti, per riprendere le parole di Mons. Negri, è in primo luogo un problema di espressione: le azioni e gli elementi messi in scena hanno una vita che è indipendente dalle intenzioni dell'artista. 

19 gennaio 2012

Un'ulteriore condanna dalla Sala Stampa Vaticana

Città del Vaticano, 19 gennaio 2012 - Dal Vaticano è arrivata una critica esplicita allo spettacolo dal titolo ‘’Sul concetto di volto nel figlio di Dio’’ di Romeo Castellucci che sara’ rappresentato al teatro Franco Parenti di Milano nei prossimi giorni.
In una lettera l’assessore per gli affari interni della Segreteria di Stato, monsignor Peter Wells si parla di ‘’opera offensiva nei confronti di nostro Signore Gesu’ Cristo’’ ma anche ‘’di una reazione della comunita’ cristiana’’ che deve essere ‘’ferma e composta’’ e ‘’illuminata e guidata’’ dai suoi pastori.

A questo testo ha fatto seguito una lunga e importante precisazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, che tende a spegnare sul nascere gli eccessi polemici. ‘’Il senso della lettera proveniente dalla Segreteria di Stato - spiega padre Lombardi - e’ molto chiaro. Prendendo atto del fatto che si rappresenta un’opera che risulta offensiva delle convinzioni religiose dei cristiani, la lettera allarga il discorso ed ‘auspica che ogni mancanza di rispetto’’ di questa natura ‘’incontri la reazione ferma e composta della comunita’ cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori’’’.
 

La Santa Sede condanna lo spettacolo di Castellucci!

Di seguito la  risposta  della Segreteria di Stato del Vaticano, alla lettera inviata da Padre Cavalcoli a Sua Santità Benedetto XVI.
Romeo Castellucci e il Teatro Parenti, avendo incassato la condanna -dopo quella della Curia di Milano- anche quella della Santa Sede, avranno ancora l'arroganza di sminuire la protesta defininendola una battaglia di "oltranzisti" cattolici?


Protestare non significa rischiare di fare pubblicità


Sempre più numerose sono le persone disposte a partecipare alle manifestazioni pubbliche di protesta e di riparazione a Milano, per reagire contro lo spettacolo blasfemo di Castellucci. Da alcuni cattolici, però, questa reazione è vista con una certa diffidenza e capita di sentire l'obiezione: "Ma non si rischia così di fare pubblicità allo spettacolo? Non è proprio quello che vuole Castellucci?"
In realtà, è abbastanza chiaro che per il singolo cattolico, o per la singola associazione, quest'obiezione non dovrebbe avere ormai nessun peso quanto alla decisione pratica da assumere, cioè quanto a decidere se appoggiare o partecipare alle manifestazioni pubbliche previste davanti al teatro: infatti, ormai "il dado è tratto", lo spettacolo e il suo autore sono, purtroppo, già di fama internazionale e il Teatro Franco Parenti ha già venduto tutti i biglietti. Ma, a parte questo, l'obiezione fa soprattutto pena dal punto di vista dei principi e deriva dall'aver sottovalutato l'oggettiva gravità della rappresentazione in questione. Siamo purtroppo abituati a sentire parlare di azioni blasfeme e sacrileghe e questo ci potrebbe rendere abbastanza indifferenti davanti all'ennesima provocazione. Al limite ci ispirano un po' di disgusto i responsabili di queste azioni ma, in fin dei conti ci ispirerebbe molto più orrore un omicidio o qualcosa del genere. Ebbene, se questo è il caso, per un cattolico, c'è qualcosa che non va. Non dobbiamo reagire sulla base di sentimenti, ma sulla base dell'intelligenza illuminata dalla Fede.

18 gennaio 2012

Comunicato stampa 18/01/2012

Notiamo con dispiacere l’inasprimento dei toni nel dibattito.
Vogliamo pertanto prendere la distanza dagli “opposti estremismi”.
Prendere la distanza sia da quelle persone, che in buona o cattiva fede, ferite nelle loro credenze stanno reagendo in maniera più o meno civile, più o meno ragionevole.
Il nostro blog ha sempre cercato di mantenere toni pacati, siamo dell’idea che non è un offesa a riparare un’altra offesa.
Inoltre vogliamo sottolineare che il dibattito verte su un’opera teatrale, o presunta tale, pensiamo che ogni altra argomentazione (integralismo, antisemitismo, …) sia fuori luogo; tanto più quella di antisemitismo, Gesù era ebreo, e chi fa la figura dell'antisemita è semmai Castellucci.
Vogliamo anche deplorare il comportamento di certa stampa, e in certa misura anche del Teatro Parenti, che si è sempre riferito a noi come “integralisti”, “gruppuscoli”, “fanatici”, “ignoranti”.
I fatti sono altri: chi ha preso posizioni contro lo spettacolo è invece l’Arcivescovo di Milano, l’ordinario del luogo, il che equivale a dire la Chiesa stessa.
I ruoli non debbono essere invertiti: noi siamo la parte offesa, o meglio la parte offesa è l’Onnipotente, è offendendo Lui che offendono tutti noi cattolici, ed offendono ciò che abbiamo di più caro.
Chiediamo ancora il rispetto. Rispetto per le nostre opinioni: non è corretto essere criticati per ciò che non abbiamo detto ne per ciò che non abbiamo fatto. E soprattutto rispetto per la nostra fede, pertanto chiediamo nuovamente, cortesemente, ma con la massima fermezza la sospensione dello “spettacolo”.

COMITATO SAN CARLO BORROMEO

Manifestare è sacrosanto

Fonte: "La Bussola Quotidiana" - 13 Gennaio 2012


Ricordo ancora le vignette contro Maometto pubblicate alcuni anni orsono in Danimarca. L’effetto di quella trovata, e di analoghe successive, fu l’uccisione di alcuni cristiani. Ma anche a prescindere da quella reazione maledetta, personalmente mi indignai anche contro quell’ottuso giornalista occidentale che aveva voluto prendersi gioco, in quel modo, di una religione (che pure è, per un cattolico, falsa ed erronea). Penso che non si possa mai affrontare un dibattito, con qualsiasi avversario, ingiuriandolo in ciò che ha di più caro. Sputando sopra ciò in cui crede. Con un islamico, un buddista o quello che si vuole, si può discutere, argomentare, ma sempre usando la ragione e il rispetto. 
Invece la cultura laicista, questo, non lo capisce. Perché è profondamente intollerante, per natura. Non sopporta che vi sia nulla di sacro, di elevato, di metafisico. 

17 gennaio 2012

Lettera di un'intera Scuola dell'Infanzia


In questi giorni abbiamo ricevuto migliaia di e-mail di protesta contro il Teatro "F. Parenti", tutte molte belle e commoventi. Di queste abbiamo deciso di pubblicarne una che, per la sua particolarità, ci ha colpito tanto.
E' una lettera scritta da un'intera scuola dell'Infanzia a firma della dirigente scolastica, di tutto il personale e dei bambini e famiglie che la frequentano. Le parole della dirigente e il testo finale dei bambini fanno venire lacrime di commozione e vivere nella speranza che, nonostante questa cristianofobia dilagante, c'è ancora nel nostro Paese un forte spirito cattolico.
La pietà spinse la Veronica ad asciugare il volto insaguinato e pieno di sputi di Gesù durante la sua terribile Passione e il suo premio fu l'impressione del sacro volto sul panno della pia donna. Che l'appello di questi bambini e di tutte le persone che ci hanno scritto (e continuano a farlo), unitamente alle loro preghiere, possano essere una consolazione per il Sacro Volto oggi deturpato dal liquame e dalle pietre lanciate nella rappresentazione di castellucci.
Comitato "San Carlo Borromeo"


Lettera aperta ad Andrée Ruth Shammah


Gentile Andrée Ruth Shammah,
il Comitato san Carlo Borromeo prende le distanze dalle parole volgari che alcuni blogger Le hanno rivolto contro. Non è nello stile del Comitato usare parole a sproposito e, soprattutto, insultare le persone.
Forse, Lei non ha avuto modo di informarsi sulle nostre iniziative perché è stata travolta dagli eventi legati alla rappresentazione di Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio, ed è per questo che riteniamo opportuno presentare le finalità del nostro comitato.

16 gennaio 2012

Mons. Negri condanna lo spettacolo

Fonte: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quando-la-chiesa-non-pu-tacere-4201.htm

Sulla vicenda della rappresentazione teatrale “Sul concetto di volto del Figlio di Dio”, in programma a Milano dal 24 al 28 gennaio, che tanto fa discutere per il suo contenuto blasfemo e per le manifestazioni annunciate da diversi gruppi cattolici che propongono messe e preghiere di riparazione, abbiamo sentito il vescovo di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri.

Intervengo sulla base delle notizie lette e ascoltate in questo periodo. Notizie che sono a volte confuse e contraddittorie sui dettagli, ma chiare quanto alla sostanza, provengono da fonti diverse e certamente perciò non sono ideologicamente condizionate.
Mi pare che innanzitutto ci sia da dire che questo è un episodio miserevole dal punto di vista della espressione, non dico artistica, ma dell’espressione umana. Ed è certamente la conferma di quello che ho già detto immediatamente dopo gli scontri di Roma del 15 ottobre scorso, in ordine alla distruzione della statua della Madonna: il filo conduttore, che unisce espressioni che apparentemente sembrano divergere moltissimo, è l’anticristianesimo.

Comunicato Stampa 16-01-2012

Il Comitato vuole portare l’attenzione su alcuni punti:

1.IN MERITO ALLA PRESA DI POSIZIONE DELLA CURIA
Il Comitato San Carlo Borromeo vuole ringraziare pubblicamente sua eminenza il Card. Scola per la presa di posizione. Nella quale ci riscontriamo pienamente. Sia nei toni, sia nella finalità.
Ci permettiamo però chiedere che venga portato alla sua logica conseguenza e cioè che lo spettacolo venga cancellato.

2. ESTREMISMI
Siamo convinti che, pur essendo stata ferita la nostra sensibilità di credenti, i toni non devono andare sopra le righe, siamo dalla parte del giusto ma esprimere le nostra posizione in una maniera violenta può solo essere controproducente per l’obiettivo che ci prefiggiamo. Un'offesa non va a riparare un'altra offesa.
Pertanto prendiamo da subito le distanze, sia da quelle mail che siano offensive o violente, sia da quelle iniziative che possono assumere la medesima connotazione.

3. LA “PALLA” PASSA AL TEATRO.
La Chiesa attraverso l’ordinario del luogo si è espressa. Non è più l’opinione di alcuni fedeli, ma è l’opinione della chiesa milanese.

Crediamo che a questo punto non ci si possa più nascondere dietro l’ambiguita, giocando sulla malafede di alcuni sedicenti cattolici che parlerebbero di “pietas” o “cristicità” dello spettacolo, tantomeno invitare ad una visione dello “spettacolo” per poterlo giudicare (argomento che sembra voler  fare “sportello” piuttosto che fare “cultura”).
E’ nostra viva speranza che dopo una tale presa di posizione il teatro voglia mettere in atto i propositi a cui già alludeva e pertanto lo spettacolo sia  annullato.
Vi ringraziamo per l'attenzione portata e restiamo a Vs. disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Comitato San Carlo Borromeo

«Quel teatro sul Volto deve rispettare tutti»

Fonte: Avvenire 15 Gennaio 2012

Apprendiamo con gioia che la Curia di Milano, rispondendo agli appelli dei centinaia di cattolici che hanno aderito alla nostra iniziativa, si è espressa ufficialmente contro l'opera blasfema di Castellucci.
Il Teatro "Franco Parenti" avrà l'arroganza di ignorare pure questo appello?
Comitato San Carlo Borromeo



13 gennaio 2012

Spettacolo blasfemo al Parenti tra minacce e rosario in piazza

"Il Giornale" - 11 Gennaio 2012


(...) L'immagine scelta per essere sporcata dai liquami è il dolcissimo Salvator Mundi di Antonello da Messina, che ritrae Cristo nell'atto di benedire la terra. 
Alla fine, sul viso imbrattato di Gesù discende un velo nero. A commento finale la scritta You are not my shepherd, «Tu non sei il mio pastore».
Al di là delle intenzioni più o meno spirituali o artistiche, note solo all'intimità degli autori, e oltre i consumati dibattiti su dove finisca la libertà d'espressione e dove cominci l'offesa a Dio e ai fedeli, le scene sono risultate oggettivamente choccanti per la sensibilità di larga parte del popolo cristiano. E non solo. Ma si sa, the show must go on.

12 gennaio 2012

Rispondiamo ancora una volta a Castellucci


Dopo l'opposizione così importante e decisa dei cattolici francesi allo spettacolo Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio, Romeo Castellucci, in una lettera-comunicato, difende la sua opera proponendo una chiave di lettura "mistica", afferma che coloro che criticano lo spettacolo sono "ignoranti", "persone sprovvedute anche sul lato dottrinale e dogmatico della fede cattolica", e sostiene che "è completamente falso che si lordi il volto del Cristo con gli escrementi". 
Risposta:

- Le reazioni e le proteste contro lo spettacolo non venivano sempre da persone "ignoranti" e "sprovvedute anche sul lato dottrinale e dogmatico": in Francia, tra le persone che hanno protestato si possono contare anche diversi vescovi (ad esempio Mons. Brincard, vescovo di Puy-en-Velay, e Mons. Rey, vescovo di Tolone) e addirittura 58 deputati dell'Assemblea Nazionale francese che hanno firmato l'iniziativa contro la cristianofobia di Jacques Remillers. Sicuramente pochi hanno visto lo spettacolo al teatro, ma è ridicolo pretendere che pagare il biglietto sia l'unico mezzo per ottenere informazioni affidabili sul contenuto dello spettacolo. Le informazioni si possono trarre da molteplici fonti, sia testuali che audio-visuali, e, sebbene tutte le fonti prese singolarmente non siano sempre attendibili, specie sulla rete, un confronto tra le fonti più imparziali permette di ricostruire con sufficiente certezza il contenuto ed il tenore dello spettacolo.