Fonte: Avvenire 15 Gennaio 2012
Apprendiamo con gioia che la Curia di Milano, rispondendo agli appelli dei centinaia di cattolici che hanno aderito alla nostra iniziativa, si è espressa ufficialmente contro l'opera blasfema di Castellucci.
Il Teatro "Franco Parenti" avrà l'arroganza di ignorare pure questo appello?
Comitato San Carlo Borromeo
L’appello è arrivato a destinazione, ma la risposta (forse) spiazzerà la regista che l`ha lanciato Andrée Ruth Shammah, da sempre anima del milanese teatro Franco Parenti, aveva chiesto nei giorni scorsi attraverso il Corriere della sera, «l`intervento delle autorità civili e religiose» per difendere la sua scelta di programmare il contestato spettacolo “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” che in Francia, lo scorso ottobre, ha scatenato forti proteste.
Perché è vero che, dal luglio 2010 all`ottobre 2011, lo spettacolo della Societas Raffaello Sanzio ha girato Italia ed Europa tranquillamente, ma è altrettanto vero che nel tempo alcune scene ritenute offensive da alcuni credenti, sono state tagliate.
«Questioni di budget» ha spiegato la regista. E poi ha aggiunto: «È una battaglia (quella di portare in scena questo lavoro - ndr) che sono disposta ad affrontare, ma non da sola. Se non mi appoggiano, salta tutto».
La risposta, come accennato, è arrivata. Ieri, a firma dell`Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Milano: «Raccogliendo le parole della regista e direttrice del teatro Parenti di Milano Andrée Ruth Shammah, apparse ieri su un quotidiano, a nostra volta domandiamo che sia riconosciuta e rispettata la sensibilità di quanti cittadini milanesi, e non sono certo pochi, vedono nel Volto di Cristo l`Incarnazione di Dio, la pienezza dell`umano e la ragione della propria esistenza» scrive la Curia.
«Proprio perché Milano - si legge nella nota - è una "città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dialogo e l`apertura", invitiamo a considerare che la libertà di espressione, come ogni libertà, possiede sempre, oltre a quella personale, una imprescindibile valenza sociale.
Questa deve essere tenuta particolarmente in conto da parte di chi dirige istituzioni di rilevanza pubblica, per evitare che un`esaltazione unilaterale della dimensione individuale della libertà di espressione conduca al "tutti contro tutti" ideologico che divenga poi difficilmente governabile. Di questa dimensione sociale della libertà di espressione avrebbe pertanto potuto farsi carico più attentamente al momento della programmazione la direzione del Teatro».
La Curia di Milano, comunque, non si tira certo indietro. Anzi, rivolge a sua volta un monito a chi sta organizzando manifestazioni contro lo spettacolo. «La preghiera per manifestare il proprio dissenso - ricorda in conclusione la nota - non può accompagnarsi a eccessi di qualunque tipo, anche solo verbali».
Gigio RANCILIO
Avvenire